La mammella può essere interessata da anomalie morfologiche di vario tipo, alcune congenite, altre prodotte dal tempo.

Essenzialmente si possono dividere nelle seguenti grandi classi:

  • Ipotrofia/ipoplasia mammaria
  • Mammella tuberosa (tuberous breast)
  • Ipertrofia/iperplasia mammaria
  • Ptosi mammaria
  • Ginecomastia/pseudo ginecomastia

Ovviamente la maggior parte di esse può essere fonte di disagio e le pazienti ricorrono al trattamento chirurgico nel momento in cui il problema costituisce un limite significativo alla vita di relazione, non esclusivamente di coppia.

Nei casi in cui le mammelle siano dimensionalmente ridotte si può attuare un incremento con l’impiego di tessuti autologhi o mezzi protesici. Per quanto riguarda i tessuti autologhi si può impiegare un lembo dermico vascolarizzato oppure un innesto di grasso; le protesi possono essere allocate all’interno di una tasca appositamente conformata in sede retroghiandolare o retromuscolare. Ovviamente l’indicazione all’una od all’altra metodica è indicazione dello specialista che deciderete di eleggere a vostro terapeuta; sarà lui che, dopo un attento esame delle vostre aspettative, considerazioni e possibilità oggettive, vi illustrerà tutte le opzioni percorribili.

Durante tutte queste procedure si cerca di correggere eventuali (frequenti) asimmetrie mediante qualche artifizio tecnico.

Un caso particolare di asimmetria è la mammella tuberosa: ci si trova qui di fronte ad una marcatissima dismorfia mammaria unilaterale o bilaterale in cui il seno non ha affrontato un normale sviluppo morfo-funzionale.

La correzione di queste anomalie richiede grande esperienza e talvolta un approccio frazionato in più fasi.

La ptosi mammaria è una lassità cutanea che rende le mammelle “cadenti”. É un inestetismo che spesso si instaura dopo l’allattamento in quanto i tessuti sovradistesi dall’ipertrofia ghiandolare vedono una successiva esuberanza. Può essere corretta mediante plastiche ad hoc che acquisiscono la dicitura di mastopessi; verificandosi in mammelle ipotrofiche come in mammelle ipertrofiche, spesso si rende necessaria l’associazione ad altri tipi di plastica mammaria (additiva o riduttiva a seconda dei casi).

La ginecomastia è una problematica che interessa la mammella maschile: a seconda che essa sia ginecomastia, ossia ipertrofia ghiandolare, o pseudoginecomastia, ipertrofia adiposa, si palesano le opportunità chirurgiche che consistono nella regolarizzazione della ghiandola e/o dei tessuti adiposi. Queste tecniche sovente combinate hanno l’intento di restituire alla mammella un aspetto normale.

La patologia dismorfica che forse più di tutte vede il trattamento correttivo come una “cura” è l’ipertrofia mammaria poiché al di là dell’aspetto si riconoscono spesso rachialgie secondarie all’importante peso delle stesse che esplica la sua azione a carico della colonna dorsale. È la motivazione per cui è uno dei pochi interventi estetici sostenuti dal SSN. Esistono varie tecniche riduttive con il medesimo intento. L’unica cosa da considerare è che quando le mammella hanno una dimensione notevole può essere necessaria l’asportazione ed innesto del complesso areola-capezzolo.