Le stazioni linfonodali nel nostro organismo sono stazioni preposte ad ostacolare elementi agenti infettivi o neoplastici che tentino di propagarsi in distretti distanti dalla zona di partenza.

Potremmo paragonare i pacchetti linfonodali a stazioni doganali che effettuano una stretta sorveglianza sugli elementi in transito.

Spesso questa attività è condotta con successo e la stazione diviene un forte baluardo di difesa; mentre occasionalmente, non riuscendo a espletare questa azione di “filtro”, essa viene superata con conseguenze rilevanti per l’intero sistema.

Usualmente i linfonodi non fanno percepire la loro presenza poiché il loro lavoro è svolto a livello microscopico in un contesto generalmente adiposo. Danno segno di sé quando fermano una cellula “inusuale” al loro interno e la etichettano come sospetta o nemica. In tale occasione si manifesta un ingrossamento dell’elemento linfonodo (linfoadenomegalia) più o meno associato ad un corteo sintomatologico algico locale.

Usualmente la comparsa di una linfoadenomegalia è fonte di motivate apprensioni poiché può essere la spia di una patologia maligna propria degli elementi stessi (linfoma) oppure di elementi tumorali disseminati dalla massa principale (metastasi).

Per quanto la clinica vari a seconda della patologia in atto sarebbe buona norma esporre allo specialista la valutazione del problema, in modo tale da non effettuare indagini superflue e dirigere la diagnostica rapidamente ad una conclusione.

Spesso a fronte di un adeguato inquadramento diagnostico, generalmente l’ecografia è sufficiente, risulta fondamentale la rimozione della formazione per avere un riscontro istopatologico che consenta di avere serenità in merito allo stato di salute o che indirizzi verso ulteriori trattamenti.